Il nemico spesso si nasconde bene. È il caso dei piretroidi, insetticidi che più comunemente (insieme agli organofosforati) vengono utilizzate in tutti i rimedi contro le zanzare.
Queste sostanze sono presenti, in piccole quantità, anche nei canali del Comune di Fiumicino come confermato grazie al progetto Life Biorepem (Biocide Reduction in Pest Management) cofinanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma LIFE.
Si tratta di sostanze tossiche per insetti utili come le api o altri impollinatori, con gravi conseguenze anche per la riproduzione delle piante di valore agroalimentare e per la biodiversità.
I risultati delle analisi effettuate hanno confermato il sospetto avanzato dai biologi del progetto e accolto dall’amministrazione comunale che si è impegnata come capofila in questa iniziativa il cui scopo primario è ridurre la quantità di sostanze velenose riversate in ambiente, grazie all’adozione di metodi di disinfestazione eco-sostenibili.
«Il Comune di Fiumicino è da sempre attento nel cercare di ridurre le immissioni di sostanze nocive nelle acque che attraversano il proprio esteso territorio e in generale nell’ambiente – ha dichiarato l’Assessore all’Ambiente del Comune di Fiumicino Roberto Cini – con il progetto Biorepem ci poniamo capofila di una nuova iniziativa che sta già portando eccellenti risultati nella lotta e prevenzione nell’uso di sostanze tossiche per contrastare la proliferazione di zanzare e topi.»
Cos’è il progetto Biorepem.
Il progetto Life Biorepem ha lo scopo di implementare un modello di gestione ecologico per la disinfestazione. Protagonisti della sperimentazione due comuni italiani Fiumicino e Francavilla a Mare in Abruzzo.
Il Progetto che vede coinvolti la cooperativa di ricerca AGEI, l’associazione NaturLab e la Fondazione Ecosistemi, testerà eco-trappole per la disinfestazione da zanzare e da ratti gestite tramite una piattaforma web appositamente sviluppata.
Il “sistema zanzare” del progetto prevede la cattura dei culicidi adulti tramite trappole elettromeccaniche: le zanzare sono attirate da una sottile emissione di CO2 (simile al respiro umano) quindi aspirate in un serbatoio estraibile dove muoiono per disidratazione.
Oltre alle trappole sono previste azioni preventive, come il controllo e la riduzione dei depositi di acqua stagnante, e trattamenti larvicidi con sostanze non tossiche in tombini e caditoie.
Grazie a una convenzione avviata con il Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università la Sapienza di Roma il progetto, inoltre, approfondirà la distribuzione delle specie target di culicidi e ne testerà la resistenza alle principali sostanze di sintesi utilizzate dai comuni.
I piretroidi tendono a sfuggire agli abituali monitoraggi delle acque perché dopo i trattamenti insetticidi si disperdono nell’aria e infine si depositano sul suolo e nell’acqua in piccole quantità che vengono rapidamente diluite. Per trovarli, i ricercatori dell’ISPRA hanno raccolto e analizzato campioni di acqua in luoghi specifici a distanza di pochi giorni dalle attività di disinfestazione. Inoltre, si sono avvalsi dei dati forniti dall’agenzia regionale Arpa Lazio.
Queste sostanze sono altamente tossiche nell’ambiente marino, rappresentando un enorme pericolo per larve di insetti acquatici, anfibi, pesci e altri invertebrati e inoltre, come riscontrato nella bibliografia scientifica, possono indurre fenomeni di resistenza nelle specie a cui sono destinate: in sostanza, più le zanzare vengono attaccate con queste molecole, più si selezionano quelle che hanno acquisito resistenza ai trattamenti. Per questo è sconsigliato l’uso intensivo e ripetuto nel tempo delle stesse sostanze, proprio perché risulteranno progressivamente sempre meno efficaci.